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“Smart Working” in ottica “Lean Trasfomation”

2020-05-05 14:11

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“Smart Working” in ottica “Lean Trasfomation”

Lo Smart Working può rappresentare un principio di applicazione Lean? ...... Certo che si .....

Uno dei termini più ricorrenti in questo periodo è proprio quello relativo al lavoro svolto da casa ovvero lo “Smart Working”.

 

Ma può lo Smart Working essere assimilabile in ottica Lean Trasformation?

 

Certo che sì, considerando che il cardine della logica Lean è l’eliminazione degli sprechi, ci troviamo proprio in un caso di perfetta applicazione. Cito un esempio.

 

Da fonti statistiche risulta che in Italia ci sono 23,5 milione di lavoratori; la distanza media di percorrenza casa-lavoro è di 25 km ed il tempo medio per il tragitto per ognuno è di 30 minuti. Ipotizziamo che l’1% possa praticare il proprio lavoro in modalità Smart, otterremmo in media risultati sorprendenti:

 

-        5,875 Mil. di km/giorno in meno

-        400.000 litri/giorno di carburante in meno

-        156.000 ore/giorno (pari a circa 18 anni) in meno

 

Si pensi poi di riflesso anche ai vantaggi che si avrebbero in termini di: maggior tempo libero, possibilità di organizzare impegni personali, minore stress, minor spazio occupato, risparmi energetici, ecc. In ultimo, ma non per ordine d’importanza, l’impatto ambientale.

 

Potremmo citare anche tanti altri benefici del “lavoro in remoto” ma credo che questo possa essere già sufficiente per rappresentare l’enorme spreco di risorse che ogni giorno in media avviene con il solo 1% della popolazione “in attività”.

 

Se si considera che in quest’ultimo periodo, nella sola Italia, più di 5 Mil. di persone (corrispondente circa al 20%) hanno operato in modalità Smart, i numeri assumono una dimensione da capogiro. E’ evidente che risparmi e benefici per aziende e lavoratori sarebbero consistenti ma, nonostante ciò, si sia arrivati a questo punto semplicemente perché imposto da una causa contingente: l’errore principale è esserci arrivati per “ricorrere ai ripari”.

 

Risulta ovvio che una corretta valutazione ed impostazione del lavoro, in ottica Smart, dev’essere basata come avviene nel Continuous Improvement su obiettivi con efficienza ed efficacia. In caso contrario si tratterebbe di semplice “telelavoro” riducendo i relativi vantaggi.

 

Tornando quindi alla domanda iniziale possiamo dunque confermare che lo Smart Working rappresenti un’applicazione del Miglioramento Continuo mediante un ciclo virtuoso generante risultati immediatamente percepibili (oltre che benefici al contorno). Deve pertanto essere affrontato con programmazione e metodologia in modo tale da renderlo parte integrante e stabile nella propria organizzazione aziendale. Solo così i benefici saranno permanenti e non “una-tantum”.

 

Concludo quindi con un interrogativo aperto:

 

quanti altri aspetti ci sono nei vostri processi che potrebbero essere ottimizzati senza però dover necessariamente attendere che eventi esterni ve lo impongano?

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